mercoledì 17 aprile 2013

Prima orientation, domenica 14 aprile.


Erano le 9 e 30 del mattino quando ci siamo incontrati; eravamo una quarantina, alcuni assonnati, altri stanchi dalle ore di macchina fatte per arrivare fin lì. Tutti ci guardavamo intorno incuriositi, forse anche un pò diffidenti mentre firmavamo la presenza all'incontro. Nonostante ciò ognuno di noi aveva negli occhi uno sguardo diverso rispetto a quello di chi avevo incontrato ai test psicoattitudinali. Ognuno di noi, con il suo cartellino di riconoscimento nome-paese, era ancora incredulo ma nello stesso tempo eccitato all'idea di trascorrere un periodo di studio all'estero.

Dopo essersi presentati, i volontari ci hanno detto di scegliere il motto che ci avrebbe simboleggiato e di rappresentarlo, posizionandoci in maniera da formare delle lettere. Dopo 5 minuti sul pavimento è comparsa la frase 'LET'S CHANGE', 'Cambiamo'.

Successivamente ci hanno diviso in due gruppi e le attività sono iniziate.
Ci siamo presentati agli altri attraverso un'oggetto che avevamo portato ed è stato molto significativo farlo, poichè ci ha permesso di esternare cose di noi che probabilmente non avremmo mai detto di primo impatto; infatti tutti noi siamo abituati ad attaccarci a cose materiali dove riversiamo ricordi, passioni e paure.
Abbiamo proseguito facendo esercizi (singoli ed in gruppo) su il ruolo e l'importanza dei valori che ci vengono trasmessi dalla famiglia, dalla società ed infine abbiamo compreso quanto essi possano cambiare da persona a persona, da comunità a comunità e da nazione a nazione.
Le volontarie hanno anche condiviso con noi alcuni aneddoti delle loro esperienze, che ci hanno fatto aprire gli occhi su alcuni aspetti.

Tuttavia credo che la parte più bella della giornata sia stata la pausa pranzo, dove in un attimo ci siamo ritrovati tra persone sconosciute e con estrema semplicità abbiamo iniziato a dialogare come se ci conoscessimo da sempre. Ho conosciuto delle persone molto fini e mature con cui spero di stringere bei rapporti.
Durante un gioco all'aperto, dove dovevamo camminare ad occhi chiuso fino a sfiorare le mani di un'altro, come se fosse destino, ho incontrato una ragazza che sarà mia compagna di avventure in Messico.
Questo all'inizio mi ha lasciata allegramente sorpresa, sia per la modalità in cui ci siamo letteralmente scontrate, sia per il fatto che la probabilità di trovare una ragazza che va in un paese così poco richiesto nel tuo piccolo centro locale è molto bassa.

E' incredibile quanto la stessa esperienza possa unire la gente.
Baci, Nana

Nessun commento:

Posta un commento