domenica 25 agosto 2013

Primo assaggio di Messico.

Sono passati 9 giorni da quando sono arrivata in Messico; da una parte mi sembra che il tempo sia volato, dall'altro che scorra lentissimo. Sono felice di essere qui, anche se probabilmente a volte non mi sembra.
La mia famiglia ed i messicani in genere sono fantastici, molti disponibili e pronti a coinvolgerti in ogni occasione; ci esco il pomeriggio e la sera e mi diverto sempre un sacco.

Quando sono partita da Roma non potevo essere più entusiasta. Il viaggio è stato lungo e stancante ma in compagnia degli altri 17 exchange italiani è stato tutto più leggero; con loro ho passato solo pochi giorni ma, come con i ragazzi del mio CL, era come se li conoscessi da sempre e ora mi mancano già.
Siamo arrivati a Città del Messico molto tardi e quindi non ho visto quasi niente anche perchè mi stavo addormentando in piedi; dall'aeroporto siamo arrivati in un villaggio turistico di Cuernavaca dove abbiamo fatto un campo di circa due giorni, assieme a tutti i ragazzi del mondo che erano in Messico per il loro anno fuori. E' stata un esperienza davvero importante, perchè è stata la prima forma di distacco dall'Italia anche se lo shock dell'arrivo sarebbe giunto.

Domenica 18 sono arrivata a Toluca, dove, posate le valigie, ci hanno mascherato da fiore (tipico della nostra nazione d'origine); dopo un pò sono arrivate tutte le famiglie ospitanti che, chiamate una ad una, dovevano trovare il loro nuovo figlio sotto tutti quelli strati di carta velina. Quando è arrivato il mio turno, il primo ad avvicinarsi è stato il mio nipotino con in mano un grosso coniglio di peluche: mi ha tolto la maschera dal viso e mi ha abbracciato con una tale intensità che mi sono commossa. E' stato un momento davvero speciale; amata nonostante questa famiglia non mi conoscesse, non avesse mai sentito la mia voce né visto il mio volto.
Purtroppo però, tutta la mia euforia iniziale per essere in quel nuovo e splendido mondo è svanita il giorno dopo, quando sono arrivata a scuola. La struttura è simile a una favela (colorata per non far vedere quanto brutta e lercia è) e le classi, dove in Italia ci stanno 25 studenti, ne ospitano ben 60, ammassati nelle loro sedie-banco dove ci sta a malapena il quaderno per scrivere. Solo quella mattina, in quel posto, con tutta quella gente, mi sono resa conto per la prima vera volta di essere lontana milioni di km da tutto ciò che conoscevo e le lacrime hanno fatto presto ad affiorare abbondanti.
Per fortuna mia sorella messicana, appena tornata dal suo anno, ha saputo, con le parole giuste, rincuorarmi; anche alcuni miei compagni di classe sono stati molto comprensivi, cercando di farmi sorridere il più possibile con le loro battute demenziali.
Ora quel brutto momento è passato, anche se ci sono alcuni attimi in cui mi sento pervasa da una forte malinconia; a volte mi sembra di essere su un altro pianeta, dove tutto è diverso.

Anche se ho ancora qualche problema con la scuola, posso dire che questi primi giorni sono andati per il meglio; pian piano imparo lo spagnolo, riuscendo a capire ogni volta di più, annotandomi parole ed espressioni nuove e ripetendole all'interno dei miei discorsi in inglese.

Mi aspettano mille cose, momenti sereni e tristi. Tuttavia io sarò in grado di andare avanti, ogni giorno più forte, fiera e matura di quello precedente; perchè sono un exchange student e si sa, noi abbiamo ed avremmo ciò che gli altri non avranno mai.



 Besos, la Nana di oggi.

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